Omicidio in un liceo di Como
CAPITOLO 2
……….
Quando alle otto e dieci il commissario Verri arrivò davanti al “Piaget” c’erano già alcuni poliziotti che controllavano l’ingresso e mandavano a casa gli studenti. Verri parcheggiò l’auto davanti all’ingresso e si diresse a lunghi passi verso l’entrata della scuola. Nell’atrio incontrò Masi, che era arrivato poco prima. Masi lavorava con lui da molti anni ed era il suo collaboratore di fiducia.
– Dov’è il cadavere?
Masi indicò la segreteria:
– Là dentro. Il medico legale dovrebbe arrivare tra poco e ci dirà quando è avvenuto il decesso. Per ora sappiamo solo che si chiamava Stella Farini ed era la preside di questo istituto, aveva quarantacinque anni ed è morta, sembra, perché qualcuno le ha fracassato il cranio.
Insieme entrarono in segreteria. I cassetti delle due scrivanie e gli armadi degli archivi erano a soqquadro, il loro contenuto era sparso ovunque e sul pavimento si trovavano carte, raccoglitori e oggetti di cancelleria. Verri si diresse verso il fondo della stanza dove, dietro ad una scrivania, trovò il corpo senza vita di una donna ancora giovane, con il viso rivolto a terra e i capelli castani impregnati di sangue coagulato.
– Chi l’ha trovata così?
– La bidella. Ha detto di essere arrivata alle sette e di avere trovato la scuola aperta. Di solito è lei ad aprire, mentre il personale della segreteria arriva alle sette e mezza.
Verri fissava il cadavere con aria assorta e le sopracciglia aggrottate. Masi, invece, si guardò intorno.
– A giudicare dalle condizioni di questa stanza, sembra che l’assassino cercasse qualcosa; cosa ne dice, commissario?
– Sì, potrebbe essere un delitto a scopo di furto. Ma non traiamo conclusioni affrettate. Ecco il medico legale con gli esperti della scientifica. Lasciamoli lavorare e andiamo a fare quattro chiacchiere con il personale.
Giuseppina Bonardo, bidella del “Piaget” ormai prossima alla pensione, era seduta nella sala mensa, con le mani raccolte in grembo, gli occhi increduli in un viso bianco e spaventato. Quando Verri e Masi entrarono, sollevò lo sguardo su di loro. Appariva piuttosto scossa.
– Non posso ancora crederci – disse. – Che colpo vederla lì in quelle condizioni.
– Lei ha detto di avere trovato la scuola aperta alle sette quando è arrivata. E’ così? – chiese Verri.
– Sì, è così – confermò con una strizzatina d’occhi. – E la preside era… era là in terra, povera creatura!
– Ha toccato qualcosa?
– Io? No. Sono uscita di corsa per andare a telefonare a voi e al segretario.
Altra strizzatina d’occhi.
– Perché è uscita, scusi? Non ci sono telefoni a scuola? – intervenne Masi.
– Sì, ma avevo paura che potesse esserci ancora l’assassino. Così sono scappata subito.
Verri si appoggiò al tavolo e domandò:
– Quando ha visto la signora Farini per l’ultima volta?
Giuseppina Bonardo strinse nuovamente gli occhi e rispose:
– Signorina. Non era mica sposata, sa. Che strano, vero? Una bella donna così! Si vede che aveva sposato la scuola…Ah, dunque, quando l’ho vista? Ieri sera. C’erano i corsi serali. Ma io sono andata via presto, ero troppo stanca.
– A che ora è andata via?
– Mah, verso le otto.
– Le sembrava strana la preside?
– Strana? No, solo un po’ stressata, sa com’è, con tutte quelle responsabilità.
Verri annuì
– Grazie. La convocherò per parlare con tranquillità Se le venisse in mente qualche particolare, anche di poca importanza, ci avverta.
Uscito dalla sala mensa, il commissario Verri trattenne Masi:
– Fammi un favore: mentre io vedo a che punto è la scientifica e sento che cosa ha da dire il medico legale, tu interroga il personale della segreteria e fatti anche spiegare che accidenti di corsi fanno alla sera in questo istituto. Poi, quando avremo fatto portare via il cadavere, chiederemo a tutti di controllare se manca qualche cosa. Se ci sono degli insegnanti in circolazione spediscili a casa. Per il momento non intendo sentirli.
– D’accordo.
Masi frugò in una tasca, ne estrasse un notes e si diresse verso l’aula insegnanti, dove aveva dato ordine di fare accomodare …
vieni a scoprire il colpevole, sabato 13 gennaio 2018 ore 16.00 biblioteca di Erba
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